Il Monregalese non è soltanto celebrata frontiera enogastronomica delle Langhe, culla di Slow Food e della rivoluzione narrata da “Carlin” Petrini, ma anche porta spalancata verso la Riviera ligure di Ponente. Un’intrigante mescolanza di sapori, dalla terra al mare.
Eppure, sulle tavole imbandite di Mondovì e dei borghi del Monregalese, trionfano i “classici” della cucina piemontese: dai ravioli “al plin” alla battuta al coltello, dal fritto misto al bollito di bue, dai tajarin al tartufo bianco sino al risotto con i funghi della val Tanaro. Grandi piatti abbinati, ovviamente, a grandi vini.
Di cui è sufficiente il nome per raccontarne la storia, lunga oltre due secoli: Barolo e Barbaresco, Nebbiolo e Dolcetto.
Da assaporare nelle osterie delle nostre colline e nelle trattorie delle valli di montagna. Infine, i dolci. Che rendono giusto merito alla tradizione sabauda, fatta di grandi pasticceri e di maestri del cioccolato: spazio, dunque, alle paste di meliga, ai cremini alla nocciola, ai “monregalesi al rhum”.
L’imbarazzo della scelta, qui, non è uno slogan.